Gli studenti stranieri che erano Polacchi, Boemi, Ungheresi, ecc. causa la distanza dei loro paesi e gli scarsi mezzi di comunicazione, avevano gran difficoltà a ricevere denaro dalle loro famiglie, non essendo state introdotte le così dette lettere di cambio che due secoli dopo, quindi il nostro Comune provvide anche a questo servizio. Fino dal 1236 Padova aveva statuito di far prestiti agli alunni' dell'Università con i denari dello Stato. Questo prestito era dato verso garanzia di un solvibile cittadino, o verso un pegno, la stima del quale era fatta da due persone probe e leali, cioè da un cittadino scelto dal Podestà e da uno scolaro scelto dai professori. Se il pegno dato dagli studenti fossero stati libri, i quali costavano carissimi perché scritti a mano su pergamena, non essendo ancora stata inventata né la carta né la stampa, questi doveva'no restare in deposito ancora 14 mesi dopo scaduto l'obbligo dello studente, e poi venir venduti all'asta. Uno statuto del 1262, sotto il Podestà Guidone Dal Monte, fissava un fondo di quattromila lire venete (pari à circa lire ottomila oro delle nostre) somma assai ragguardevole a quei tempi, destinandolo a prestiti per scolari, ognuno dei quali poteva benissimo vivere e pagare l'alloggio con meno di duecento lire attuali al giorno. Se uno studente avesse avuto qualche nemico, e dati i tempi semi barbari, temesse della propria vita, egli tostochè il Podestà avesse riconosciuto giusto il suo timore, poteva andare armato, previo giuramento di non offendere alcuno e di servirsi delle armi solo per difesa personale. Gli studenti erano esenti da ogni dazio o gabella e da qualsiasi altra tassa imposta dallo Stato agli altri abitanti.
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